Numero 8 Maggio 2004

Copertina:
illustrazione di Sandro Visca

 

Bere bene, anzi... benissimo
di Ruggero Gorgoglione

Il vino come piacere edonistico da soddisfare a prezzi alla portata di molti e non come esternazione di un lusso da pagare, ovviamente, a caro prezzo.

L'attuale produzione vinicola ha portato sul mercato una quantità incredibile di vini, alcuni buoni, altri buonissimi, altri ancora eccellenti, ma anche vini senza una vera e propria personalità, appiattiti su un gusto più o meno omologato, internazionale, la maggior parte dei quali prodotti da vitigni alloctoni o, se preferite, internazionali, vini senza una reale storia e tradizione legate al territorio di provenienza.

Per nostra fortuna la produzione di vini in Italia, e l'Abruzzo non fa eccezione, presenta un vasto panorama di vini autoctoni, cioè da vitigni che da secoli sono propri della terra a cui appartengono e che non trovano altra collocazione geografica se non nell'ambito di quella determinata regione o territorio dal quale provengono. Sono vini le cui peculiarità sono strettamente legate alle condizioni naturali del proprio ambiente e non solo sotto l'aspetto morfologico e climatico ma anche sotto quello più propriamente umano ricco di storia e tradizioni.

Un felice connubio, quindi, di fattori naturali e umani che, se opportunamente coniugato, viene a costituire la motivazione principale per la produzione di un vino unico e irripetibile.

L'Italia è ricca di vitigni autoctoni, alcuni dei quali antichissimi: l'Aglianico, introdotto dagli antichi greci in Campania e da qui diffuso in Basilicata e Puglia, l'Apianum, da cui si producevano i grandi bianchi dell'antichità classica e che oggi dà origine al Fiano di Avellino, Garganega, varietà a bacca bianca molto diffusa nella zona orientale della provincia di Verona per la produzione del Soave , il Nero d'Avola il miglior vitigno rosso della Sicilia, il Nebbiolo nome che rievoca le nebbie che avvolgono le Langhe, in Piemonte, e che dà origine ai grandi Barolo, Barbaresco, Gattinara, Per' e Palummo o Piedirosso varietà a bacca rossa presente nell'Irpinia, nel Sannio e nell'isola d'Ischia, il Verdicchio coltivato sin dai tempi più antichi e presente nelle Marche e altri, altri ancora a costituire il nostro patrimonio vitivinicolo, certamente il migliore al mondo.

Il vitigno autoctono per eccellenza in Abruzzo è il Montepulciano d'Abruzzo che ha solo una parentela letterale con il Nobile di Montepulciano. Diffuso in alcune regioni dell'Italia centro meridionale è largamente presente nella regione di origine con produzioni di grande qualità ormai apprezzate ovunque, ma anche il Pecorino, antico vitigno a bacca bianca che, proprio in Abruzzo, sta dando risultati eccellenti con vini di grande struttura e, last but no least, il Trebbiano d'Abruzzo noto sin dall'antica Roma con il nome di Trebulanum e che riesce ad esprimere bianchi interessanti e caratteristici grazie anche ad un drastico abbassamento della sua resa per ettaro.

Tutti questi vini negli ultimi anni si sono imposti sul mercato nazionale e internazionale con grande successo che, negli anni di maggiore euforia commerciale , ha indotto molti produttori ad aumentare i prezzi in modo irragionevole, finendo persino con l'uscire fuori mercato. Produttori, giornalisti di settore, guide alla valutazione dei vini, hanno fatto si che alcuni di questi vini, e non sono pochi, diventassero un vero e proprio cult, uno status symbol da esibire sulla tavola di un ristorante o di casa propria. Non c'è dubbio che alcuni di essi meritano ampiamente i riconoscimenti avuti e, proporzionalmete, il prezzo di vendita ma per la maggior parte di essi, lo ripeto, i prezzi sono decisamente fuori misura.

James Suckling di "Wine Spectator " ha raccolto e pubblicato la seguente dichiarazione di Domenico Clerico : " …alcuni prezzi stanno diventando immorali e non hanno nessuna giustificazione. Il vino deve uscire dalle cantine ad un prezzo più basso, così che la gente lo possa comprare e bere. Altrimenti finirà per essere stappato solo dagli addetti ai lavori e non dai normali consumatori".

Vitigni autoctoni uguale vini di marcata personalità e di buona qualità ma…..attenzione al prezzo ! del resto sono tanti i vini che possono vantare caratteristiche di eccellenza a prezzi ragionevolissimi per la felicità del nostro palato e delle nostre tasche. L'importante è saper individuare i produttori che, saggiamente, si sono attenuti a questa filosofia di mercato.

In Abruzzo sono in tanti e tutti i suoi vini, Montepulciano in testa, apprezzati e considerati ovunque, spesso propongono una qualità indiscussa e, in alcuni casi, decisamente alta, a prezzi ragionevolissimi. Lo stesso dicasi per il Trebbiano d'Abruzzo, vino che sta rivelando insospettabili caratteristiche qualitative e per il Cerasuolo ( anche qui la qualità è in costante crescita ) vino che primeggia nel ristretto club dei rosati.

Bisogna convincersi che non è più tempo di inutili ostentazioni, che in un periodo di scarsa propensione all'acquisto, una corretta politica commerciale sui prezzi, così come è stata fatta sul prodotto, è premiante e che il consumatore, l'appassionato, il curioso che si avvicina al mondo enoico, devono trovare nel vino un appagamento, un piacere che non sia espressione di una leva del marketing per posizionarci nel lusso nè un elemento distintivo ma un edonistico piacere da celebrare in ogni circostanza.

Bere bene, anzi benissimo si può e spendendo in maniera giusta. Sta al consumatore indirizzare la sua ricerca verso quei produttori che ottemperano con scrupolosa onestà al difficile ma possibile equilibrio tra qualità e prezzo.