Una di quelle tappe che ci piacciono tanto, paesino di montagna, serata ancora estiva ma non troppo, atmosfera da notte dei briganti con luci gialle fioche ai lampioni che illuminano con fatica il ciottolato della strada che conduce al ristoro. L'insegna è quella di un vecchio albergo in quota, al servizio di escursionisti e viandanti; oggi il punto forte è invece il ristorante che vede in cucina una cuoca indigena che dopo le esperienze fuori è voluta tornare nel paese d'origine e lavorare con i prodotti che cucinavano anche le sue nonne ma con l'estro e la fantasia di chi vive il nostro tempo. Ecco allora che il Ristorante Gorzano diventa l'osteria che non ti aspetti e trovi gli antipasti che non immaginavi di trovare: formaggio misto con composta di peperoni piccanti accompagnati da pane nero e focaccia bianca entrambi di produzione propria, poi la mazzarella bianca con chips di patate novelle e la polenta di fiori di sambuco con crema di porcini nostrani. Anche i primi ci sorprendono per colori e originalità, una zuppa di fine estate con bietole costa verde, fagioli piatti di Padula, fagioli cannellini, ortiche di campo, zucchine in fiore e farro; mentre gli anellini alla pecorara sono conditi con porcini freschi, patate, guanciale e salsiccia. Ma il piatto clou deve ancora arrivare, è un secondo ma che secondo, un filetto di maiale grigliato con porcini, rucola "millimetrica" (trovata a mille metri d'altezza, alquanto rara visto che solitamente cresce fino agli 800 n.d.r.) con crostini di pane ed emulsione d'aceto balsamico. Assolutamente a tema il dolce una crostata ai frutti di bosco, ovviamente prodotti del sottobosco locale, con il doveroso caffè e l'amaro a finire. Beh che dire chapeau alla cuoca e complimenti a Lucio che ha avuto il merito di puntare su posto e personale davvero all'altezza. Appuntamento al prossimo incontro, continuate a seguirci, nel frattempo auguriamo a tutti un buon agritour!!!!

ALF 2013